Cosa significa il tuo nome?

Da quello che so, il mio nome ha origini ebraiche e vuol dire “dono di Dio”, ma ha anche radici germaniche e in questo caso indica qualcosa di forte. Credo che entrambi i significati mi rappresentino abbastanza.

Cosa rispondi se ti chiedono da dove vieni?

Bella domanda… A volte penso che, forse, sia necessario essere più precisi. La prima risposta che mi viene spontanea è Vicenza, perché è l’ultima città in cui ho vissuto, prima di arrivare a Milano. Se invece è riferito alle origini, parlo del Camerun. Sono una cittadina camerunense e sono molto fiera di esserlo.

Qual è il tuo paese di origine?

La mia storia è abbastanza complessa perché sono nato in Germania e cresciuto in vari paesi.
Sui documenti ho la cittadinanza congolese, ma il Congo non è il paese in cui ho vissuto di più.
Non riesco ad avere una cultura di riferimento, ne ho tante e diverse, ma per darti una risposta soddisfacente, direi Repubblica democratica del Congo.

In che lingua hai detto ti amo per la prima volta?

Il “ti amo” dell’adolescenza l’ho detto sicuramente in francese. Quello più sentito, consapevole, di un certo valore l’ho detto in italiano.

Ti senti legata alle città in cui hai vissuto?

Sento molto Napoli nel cuore, nonostante sia semplicemente tappa dei miei viaggi e non ci abbia mai vissuto. Napoli mi ricorda le mie origini ed è la prima città italiana in cui mi sono sentita a casa. Vicenza purtroppo non l’ho amata, a causa delle persone che ho conosciuto. Ora non voglio generalizzare, ma alcuni hanno un’idea molto dura del Sud, in particolare di Napoli, e questa cosa mi ferisce perché io mi sento parte di quell’Italia. Milano è una città in cui mi trovo bene. Mi piace il suo caos, è una città molto elegante, dinamica, che offre grandi possibilità lavorative.

Qual è il tuo piatto preferito?

Io sono affezionata al couscous, quello di Manioca.
Amo la pizza, in particolare la pizza Margherita. La migliore l’ho mangiata Napoli e posso dire con certezza che al di fuori dell’Italia nessuno riesce a replicarla.
Un’altra cosa inimitabile del made in Italy è il caffè.

Senti di appartenere alla tua generazione?

Io mi sono sempre sentita più vicina alla generazione passata. Sono nata e cresciuta in Camerun e sono arrivata in Italia 8 anni fa.
Quindi sono ancora molto legata alla mia cultura di origine e all’educazione che ho ricevuto.
Se sentirmi appartenente alla mia generazione vuol dire far parte di quelle persone che stanno dalla mattina alla sera sui social a fare niente, ma solo a denigrare o a fare dei pettegolezzi o parlare di cose di cui non sanno nulla, allora posso dire che non vi appartengo.
Io penso che ci sia sempre da imparare dal passato. Non per forza dal nostro ma da quello di chi ci ha cresciuti e di chi ci ha preceduti. I giovani di oggi pensano solo al presente senza servirsi di questo passato prezioso anche per un futuro migliore.

Se dico “senso di appartenenza”?

Il senso di appartenenza è qualcosa di per sé buono, perché abbiamo bisogno di capire chi siamo. Il problema è che spesso è percepita come qualcosa di statico, quando in realtà è un processo di evoluzione durante tutta la vita.
Se a otto anni ti chiedono chi sei, dai una risposta, ma poi a venti o a sessanta non sarà la stessa.
Quando ti rendi conto che è un continuo cambiamento, non sei più costretto a dover proteggere l’appartenenza a tutti i costi. Se è statica devi difenderla, come la patria, la nazione.

Sei contenta di vivere in questo periodo storico?

Sì, perché è un periodo che ci dà tante opportunità che magari prima non c’erano e ci dà la possibilità di esprimerci anche attraverso i social media, per esempio. Tuttavia, la libertà è sempre limitata: dove finisce la mia inizia quella di un altro individuo e questo ci sfugge di mano in alcuni casi.

Se ti dico senso di appartenenza a cosa pensi immediatamente?

Mi sento di appartenere alla mia vita e alla mia persona.
Sono molto credente, quindi sento di essere una creatura di Dio e di appartenere solo a lui.
Sono sicura che tutto quello che accade nelle nostre vite abbia un senso, per questo non posso pretendere di appartenermi completamente. Non possiamo architettare in ogni dettaglio la nostra vita, perché può sempre succedere qualcosa che mandi all’aria i nostri piani. Baso l’appartenenza sul mio sentire religioso.

Per te cos’è la diversità e che valore ha?

Sicuramente siamo tutti diversi. Certo abbiamo delle caratteristiche che ci accomunano e altre che
ci differenziano.
La diversità non è tanto il colore della pelle o l’origine. Per me la diversità è ricchezza perché abbiamo sempre da imparare da tutti e da tutto. È ricchezza tutto ciò che permette di imparare, a mio avviso.

Come superi gli stereotipi?

Fregandomene! Ciò che non mi ammazza, mi rende più forte.
Quando guardo il mio percorso e dove sono arrivata, ringrazio Dio e vado avanti.

Qual è un tuo pregio o un tuo difetto?

Questo aspetto lo lascio giudicare agli altri. Spesso mi dicono che sono simpatica, ma anche stronza e questo aggettivo mi piace di più. La prima impressione che suscito è spesso negativa perché sono chiusa e ho un’aria severa. Questo crea talvolta delle barriere, ma quando vengono superate significa che dall’altra parte c’è
un vero interesse. Io non do molto peso ai difetti e alle cose negative, sono capace di perdonare. Lo reputo un mio pregio.

Che cosa cambieresti nella società, se potessi?

Eliminerei l’intolleranza. La gente fa sempre più fatica ad accettare gli altri e le loro scelte. Faccio un esempio plateale, il caso di Silvia Romano. Al di là del fatto che il suo ritorno è stato gestito malissimo dal governo italiano, è stata addirittura insultata e giudicata per la conversione all’Islam, malgrado il fatto che nessuno abbia vissuto la sua condizione e dunque nessuno avesse il diritto di aggredirla.

Per concludere, una frase che ti rappresenta?

Essere forti e andare avanti sempre a testa alta senza mai mollare.
Questo mi hanno insegnato i miei genitori: continuare per la propria strada nonostante le difficoltà.
È quello che faccio come essere umano e come donna in questo bellissimo paese che è l’Italia.